lunedì 17 settembre 2012

pesci profughi


FONTANE PER PESCI PROFUGHI

Siamo in un tempo di nichilismo, dove la ricerca dell’essere è sostituita dalla lotta per il potere.
L’ambizione economica distrugge le qualità più preziose del mondo naturale e nulla è più prezioso ed indispensabile dell’acqua.
Attraverso le sue opere è come se l’artista, Beppe Sabatino, Docente e Direttore delle Arti Decorative all’Accademia delle Belle Arti di Brera e che ha esposto in tutt’Italia, Svizzera, Francia, Cina, Portogallo, Finlandia, riprendesse il concetto filosofico sociale “L’homme est la nature prenant conscience d’elle-meme”, l’uomo è la natura che prende coscienza di se stessa (E. Reclus).
Fontane per pesci profughi è quindi al contempo un mostra e un grido di dolore e ribellione per una natura violentata, intossicata, ignorata.
Curioso è che questo messaggio venga trasmesso proprio dall’unico essere vivente muto, il pesce, ma proprio per questo degno di attenzione. E’ come se l’artista volesse rimarcare l’assoluta indifferenza che noi stessi abbiamo verso le nostre azioni, anche quelle quotidiane, dove la nostra noncuranza, la nostra apatia, il nostro egoismo continuano in ogni modo a danneggiare un ambiente già oltremodo danneggiato che non ha voce per controbattere.
E in un periodo storico dove c’è un’assoluta perdita dell’essere, una perdita di creatività, una perdita di speranza, Beppe Sabatino, interviene con le sue opere attraverso una sublimazione artistica tra l’oggetto e le possibilità espressive dei materiali che tratta quali il bronzo, il rame, il legno e le stoffe, dando anima, la sua anima, a una natura inanimata che però parla e si confronta con il mondo esterno per voce dell’artista e della sua arte.
Oltre a rivestire un valore estetico di un oggetto così facendo l’arte entra nella presenza scenica come sopravvivenza del naturale a difesa urgente della natura stessa contro l’invadenza antropica dell’uomo.
Beppe Sabatino ricorda e ci vuole ricordare anche il suo mare siciliano attraverso i colori delle sue tele con i suoi blu intensi, a volte cupi, ma avvolgenti e profondi che subito rimembrano di odore di salsedine e zagare, acque pescose che lambiscono una terra vergine e selvatica, come la descriveva Omero, e di Galatea e Aci, i due amanti trasformati l’una nella spuma del mare e l’altro nel fiume che sfocia nell’azzurro Ionio, in un abbraccio senza fine.
Con forza e tenacia ma anche con passione e poesia l’arte denuncia quello che già risaputo e dovrebbe essere noto ai più della difesa dell’ambiente: le modalità con cui l'ambizione economica distrugge le qualità più preziose del mondo naturale.
Il mare inquinato che non riesce a dare più nutrimento, e i pesci anch'essi profughi come gli esseri umani, che fuggono da un habitat che non è più il loro.
Beppe Sabatino riprende così imprese intellettuali come la “storia socio-ecologica della libertà” di M. Bookchin ma con un linguaggio visivo, concettuale ma materico, e i suoi pesci muti ed attenti nuotano veloci dalle sue tele verso altre acque, quelle delle sue fontane per l’appunto, con l’intento e la speranza di una nuova rinascita, di una spinta vitale e universale.
Quella stessa speranza di rinascita e di recupero di noi stessi attraverso la tutela dell’ambiente che noi tutti, ora più che mai, culliamo nei nostri cuori.

La mostra Fontane per pesci profughi inizia il 31 maggio 2012 alla Galleria MAC di Milano, Alzaia Naviglio Grande, 54  sino al 20 giugno 2012, ma non è che una prima tappa, proseguirà con altre opere al FOYER SPAZIO OBERDAN, v.le Vittorio Veneto, 2 (M1 Porta Venezia) a Milano dal 17 gennaio 2013 al 17 febbraio 2013 (curatrice della mostra Cinzia Maria Orsini di CreaconCultura – info: +39 335 8087599 – cinzia.orsini@creaconcultura.it) per poi arrivare a Berlino.

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