lunedì 17 settembre 2012

lucertola


Curzia Ferrari presenta la nuova raccolta di poesie, “Lucertola”.
Per la serie “Incontri con la Poesia”, presso la Chiesa Ortodossa del Patriarcato di Mosca  di S. Vito al Pasquirolo, l’Associazione culturale Phos onlus in collaborazione con Aragno Editore è stata presentata la nuova raccolta di poesie di Curzia Ferrari, “Lucertola”, la seconda dopo “Fondotinta” del 2006. L’introduzione è stata a cura di  Paolo Tempo (giornalista e Presidente di Phos). Alessandro Quasimodo (che ha letto alcune poesie presenti nella raccolta) e il critico Ottavio Rossani (scrittore, giornalista del Corriere della Sera, curatore del blog di poesia del medesimo quotidiano).
Per capire questa raccolta bisogna conoscere almeno un po’ Curzia Ferrari: come lei ha ribadito più volte durante l’incontro, nelle sue poesie lei ci ha messo la sua vita, i suoi sentimenti più profondi e le sue riflessioni intime. È un po’ lei la lucertola che dà titolo al libro, “un animale primordiale che ha attraversato il tempo dall’inizio del mondo ad oggi”. E in effetti Curzia Ferrari ha avuto una vita molto intensa e sofferta, in cui ha espresso sé stessa attraverso la scrittura: da giornalista a scrittrice,  il ruolo più alto per comunicare attraverso le parole, come diceva anche Aristotele. Da giovane ha iniziato a dedicarsi a questo genere, per poi interrompere e impegnarsi in altro, ed infine quindi tornarci ora in anni maturi a cercare quella consolazione, quell’appagamento che solo chi è in grado di trasmettere le proprie sensazioni, le proprie esperienze in versi può trovare. Proprio in questo ruolo l’autrice si lascia trasportare da ciò che scrive, in versi liberi che esprimono tutta la complessità dell’animo umano. Come Ottavio Rossani ha tenuto a precisare, nonostante le poesie di Curzia Ferrari non seguano uno schema metrico preciso, la loro struttura è studiata, c’è tutta un’architettura dietro che rende questi versi ancora più significativi. Ognuno può riconoscersi in quest’opera perché parla di gioie e dolori che tutti provano ogni giorno, dall’amore al rifiuto, fino anche a una poesia ambientata nel Gulag di Vladivostok, riflettendo sul dolore che provoca l’annientamento dell’individuo. L’autrice però mantiene la sua aura di umiltà e sembra quasi sorpresa dalle parole elogiative e celebrative che si susseguono nell’ora e mezza in cui il suo libro viene descritto ed ammirato. “Riempio i cestini di carta straccia, non sono mai contenta di quello che scrivo, scrivo solo per il bisogno di confessarmi. Giudicatemi come volete ma questa è la mia vita, ho affidato le lacrime e il cuore alla poesia.” Non si può dubitarne quando Alessandro Quasimodo, attore ed interprete teatrale, declama alcune delle poesie da lui personalmente scelte della raccolta. I sentimenti e la vita che Curzia Ferrari ha cercato di mettere nel libro escono dalle pagine per essere accolti da tutti gli ascoltatori e si comprende come sia quasi ironica l’epigrafe del libro, tratta da Shakespeare: “La poesia più vera è quella più finta.” La poesia vera di Curzia Ferrari invece è un tutt’uno con la realtà, la sua realtà, soprattutto nei momenti in cui sembra avere bisogno d’aiuto e cerca di trovarlo nelle parole che lei stessa fa sgorgare dal suo io più intimo. E quando in una sua composizione scrive “Ma io ho paura della poesia, non capisco perché mi lasci tentare”, diventa invece chiaro quanto sia per lei una valvola di sfogo, qualcosa a cui aggrapparsi nei momenti più bui.
Alla fine Paolo Tempo, ha annunciato che prossimamente, sempre in questa storica chiesetta, l’Associazione Phos onlus presenterà “Il bacio dell’Icona” una selezione di liriche di una delle più importanti poetesse russe del ‘900: Anna Achmatowa, a cura di Curzia Ferrari, edito da Ancora.
Ilaria Ricotti


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