mercoledì 13 dicembre 2017

ISIDORO GATTI IL TENEBOROSO
Certo quando uno nasce col culo nel burro non sempre, ma spesso, soffri di complessi di inferiorità anche se nello specifico non è stato il mio caso. Idor non è nato nel paese dei miserabili, ma nel territorio bustocco fra Milano e Varese dove se piantano un chiodo lo trasformano in un macchina e fanno i soldi. Padre imprenditore, madre bulgara, due pezzi da 90; avevano motorizzato il pargolo con una Alfa Giulietta rossa, abiti firmati, cravatte di Coruzzi e arredato un pied-a-terre personale vicino alle colonne di San Lorenzo. E proprio così ben messo il Gatti arrivò fra noi in cronaca riuscendo in breve a far soldi a palate.
A La Notte, eravamo in pochi motorizzati; anni cinquanta, periodo che potevi scegliere in San Babila il posteggio per l'auto senza problemi e godevi della massima tolleranza per le infrazioni da parte de vigili urbani.
Anche nel giornalismo la fortuna gioca un ruolo importante cosi la rivoluzione spinse Idor e fra i giornalisti accorsi in Cecoslovacchia da tutto il mondo per commentare la prima rivolta anti comunista. Lui, senza credenziali ma tanta grinta, tentò l'avventura politica che coronò con rara competenza per uno agli esordi.
La primavera di Praga durò poco i carri armati con falce e martello ripresero la città e i giornalisti furono respinti in Occidente. Idor, Isidoro per l'anagrafe, ritornò a Milano blasonato per le capacità dimostrate come primo inviato speciale del giornale e, subito dopo, diventando il portabandiera non delle rivoluzioni bensì di tutte le manifestazioni rosa seguite da La Notte alle quale uno come lui portava eleganza , prestigio professionale, capacità del bello scrivere coronato dalla raffinata arte di sedurre attrici e cantanti. Il periodo fu di breve durata perché il tenebroso incespicò su Silvana che lo mise alla frusta sposandolo.
A un personaggio come lui, però, l'ambiente di un giornale del pomeriggio andava stretto e in seguito perseguì una carriera finanziaria mostrando aperture mai tentate prima ereditando dai propri familiari un Dna appagante e dal giornalismo la spregiudicatezza; ma questa è tutta un'altra storia.

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