giovedì 8 novembre 2012

una bellissima storia


Una bellissima storia, a lieto fine, realmente accaduta. Quando uno scrittore può dire di essere stato uno dei
pochi guariti da un male crudele su una casistica di più di cento casi in Italia, tanto da diventare un caso clinico
perfino negli Stati Uniti, allora non può esimersi dal raccontare la sua vicenda. Lo fa con rara maestria, a distanza
di trent'anni, in un libro che è stato necessario scrivere. Accantonato il pretesto di una narrazione cruda, emerge
Il tentativo salvifico di pensare ad altro per esorcizzare Il disagio esistenziale di quel giorni: ciò che gli psicologi
moderni chiamano la "motivazione antagonista". Il protagonista ha appena tredici anni e "sente" le cose per lo
più In modo irrazionale. Si vive la vita e la si sogna, nonostante tutto. Un famoso giocatore di calcio diventa Il
viatico per far fronte al luoghi di reclusione dalla vita, gli ospedali. Il campione come simbolo di vittoria, di forza
fisica, uno spazio di leggerezza come naturale antitesi alla malattia. È Giorq.o Chinaglia, mito Incontrastato della
Lazio degli anni Settanta e idolo della tifoseria. Nella narrazione figurano anche i personaggi della quolldianità: i
nonni, il padre, la madre, la suora delle elementari, l'anziana signora dei vicoli, il luminare della medicina ecc. SI
apre uno spaccato sulla provincia italiana che contluisce di colpo in una dimensione-altra, con la comparsa della
malattia. Ma si awerte, In fondo, che Il dolore è stato anche una straordinaria occasione per riaffermare la vita.
Questo romanzo non è solo un'opera letteraria, ma una testimonianza commovente, impudicamente affermata
e ribadita con lo sguardo fanciullo di una volta. Un libro destinato a rimanere a lungo nella produzione letteraria
dei nostri giorni.
Alessandro Moscè è nato ad Ancona nel 1969 e vive a Fabriano.
Ha pubblicato l'antologia di poeti italiani contemporanei Linci e visionari (Ancona, Il lavoro editoriale, 2003); I lib.i
di saggi critici Luoghi del Novecento (Marsllio, Venezia 2004) e Tra due secoli (Neftasia, Pesaro 2007); l'antologia
di poeti italiani del secondo Novecento, tradotta negli Stati Uniti, The new italian poetry (Gradiva, New York
2006). Ha date alle stampe le raccolte poetiche L'odore dei vicoli (I Quaderni del Battello Ebbro, Porretta Terme
2004) e Stanze all'aperto (Moretti & Vitali, Bergamo 2008). Ha pubblicato il saggio narrato Il viaggiatore resident«
(Cattedrale, Ancona 2009) e il romanzo Il talento della malattia (Avaqliano, Roma 2012). Si occupa di critica
letteraria e di filologia su vane riviste e giornali. Ha ideato e dirige il Premio NaZionale di Narrativa e Poesia "Città
di Fabriano" Il suo sito è: www.alessandromosce.it

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