martedì 5 luglio 2011

TURISMO SPAZZATURA E DEFAULT

TURISMO
SPAZZATURA
E DEFAULT
di Piergiorgio Corbia


Tutto lasciava prevedere che la crisi mondiale dell’economia fosse in via di risoluzione.

Non era una sensazione ottimistica, bensì una certezza derivante dall’analisi dei dati macroeconomici che delineavano uno scenario di sostenibilità della crescita economica globale, nonostante l’impatto del catastrofico sisma in Giappone, con il contestuale rialzo delle materie prime. Contestualmente la quotazione del petrolio è schizzata all’insù all’indomani delle rivoluzioni  in Tunisia, Egitto e dalla contestata guerra di Libia, che avrebbe dovuto concludersi in poche settimane.
Così non è stato e l’Europa ne sta pagando le conseguenze con l’Italia in primissimo piano.
La stagione turistica, che avrebbe potuto consentire al nostro Paese di riproporsi come il paradiso delle vacanze, ha accusato pesanti flessioni nelle prenotazioni dei tour operator internazionali, colpendo, pesantemente l’area meridionale.
A compromettere il recupero del fatturato, specialmente in Campania, l’ennesimo disgustoso “spettacolo” delle migliaia di tonnellate di spazzatura, che hanno sommerso la città di Napoli.
Il cambio di governo della città partenopea, con l’elezione a sindaco            di un magistrato d’assalto,De Magistris, che ha avuto l’improvvida sortita “in 5 giorni ripulirò Napoli” per poi richiedere un ennesimo intervento straordinario del Governo.
Richiesta che ha lasciato stupefatti. Che la sicurezza dei cittadini, in casi eccezionali debba essere  garantita dalle Forze Armate è plausibile, mentre l’impiego di militari, per raccogliere i rifiuti solidi urbani e non solo quelli, ha scatenato pungenti e satirici commenti dei mezzi di informazione internazionale, con gravissimo danno all’immagine Italia.
Questa brutta pagina del 150° dell’unità d’Italia è scoraggiante.
Napoli liberata dai Borboni è oggi assediata dalla spazzatura e l’anarchia regna sovrana.
Un vero peccato: Napoli, con il suo incantevole golfo, deve ritrovare i fasti del passato.
Nelle altre zone della penisola i primi dati congiunturali sono soddisfacenti. L’Adriatico dalla riviera romagnola sino alla Puglia, ha  recuperato il terreno perduto. Ottime prospettive anche per il Veneto sino all’Istria, dove le iniziative per tutti i gusti e tutte le età si moltiplicano.

La Liguria per ora è  in attesa di un piano organico di rilancio, già attuato  in Versilia. Per il litorale laziale non ci sono problemi, così come  per le zone Calabro-Lucane.
La Sicilia riconferma le quote dello scorso anno, mentre la Sardegna accusa il colpo delle defezioni causate dagli esorbitanti aumenti dei collegamenti marittimi.
Per le isole, dall’Elba alle Tremiti, si conta sull’élite della clientela internazionale.
Forti incrementi, invece, per le vacanze in montagna dalle Alpi alla Sila e un vero boom dell’agriturismo.
Se ben gestito e organizzato a livello nazionale, evitando la frammentazione delle risorse pubblicitarie  regionali, provinciali e comunali (il caso clamoroso è lo spot dei bronzi di Riace...animati), il turismo potrebbe diventare una voce importante nella composizione del Pil (prodotto interno lordo) come avviene in Spagna e soprattutto in Francia.
Sviluppo turistico significa occupazione stabile per alcuni milioni di persone e un volano per le attività collegate all’ospitalità, dal commercio ai trasporti.
Un altro settore, per troppo tempo trascurato, è quello agroalimentare, che  può offrire posti di lavoro sul territorio e interessanti sbocchi professionali, per rispondere alla crescente richiesta, da parte dei consumatori, di prodotti genuini, garanti e di provenienza nazionale.
Anche così si può contribuire alla ripresa del Paese attanagliato da un debito pubblico da record, accumulato dall’allegra finanza degli anni ‘90 e che ammonta a 1.863 miliardi di euro.
La manovra finanziaria, varata in luglio, pari a 47 miliardi servirà ad avviare il risanamento delle finanze dello stato, partendo dal presupposto del pareggio di bilancio tra entrate e uscite entro il 2014.
Il termine, ineludibile, è  imposto dall’ Europa che, per non pregiudicare la solidità dell’euro, non può tollerare incrementi dei disavanzi finanziari degli Stati membri.
E’ questa una strada obbligata e il nuovo governatore della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, già governatore di Bankitalia, sarà intransigente, specialmente e men che meno ci farà sconti.
La situazione oggi è sotto controllo, secondo gli esperti seria ma non preoccupante, se gli impegni assunti dal governo, in sintonia con il   ministro Tremonti, saranno rispettati. Certamente , nel gioco poliitico delle parti, come avviene in tutte le democrazie parlamentari, chi sta all’opposizione vorrebbe meno tagli e meno tasse.
Il clima di costante precarietà che si ingenera nell’opinione pubblica, influisce negativamente  sulla considerazione delle agenzie internazionali di valutazione dell’affidabilità delle imprese ed istituzioni, che ricorrono al mercato globale con emissioni di obbligazioni: più bassa è la stima della solvibilità, tanto più alti sono gli interessi pretesi.

Si deve comunque ricordare che si nutrono fieri dubbi non solo sulla capacità di analisi di tali società, ma soprattutto sulla loro indipendenza.
Nel recente passato valutazioni ottimali al massimo livello di emittenti in effetti già sull’orlo del fallimento hanno ridotto sul lastrico milioni di famiglie di piccoli risparmiatori, negli USA e in Europa con il conseguente crollo di banche e finanziare ritenute solide.
C’è da chiedersi perché il Fondo Monetario Internazionale, o altre strutture sovrannazionali come l’OCSE, che già analizzano i bilanci dei Paesi aderenti all’ONU, non si dotino di un settore dedicato alla valutazione del quoziente di solvibilità.
Certamente devono essere strutture agili, tempestive e autorevoli, un vero punto di riferimento per gli operatori dei mercati finanziari globalizzati.
Ci si augura che nel frattempo anche la Banca Centrale europea affronti, come più volte richiesto dal ministro Tremonti,  il problema di rigorosi e costanti controlli dei bilanci pubblici delle nazioni aderenti all’euro.
Se la vigilanza fosse stata resa operativa, negli scorsi anni, i bilanci truccati della Grecia non sarebbero stati possibili. Ora la BCE, per  evitare il fallimento di Atene, con la conseguente esclusione dall’area euro,  deve erogare un prestito di almeno 100 miliardi, attingendo alle disponibilità del fondo di riserva che è, pro quota, anche nostro.
Le prospettive a breve pongono sotto osservazione  Portogallo e Irlanda, ma la speculazione pilotata, che cavalca il “tanto peggio, tanto meglio” mette in conto anche Spagna e Italia.
Con tempestività il governo è corso ai ripari e giocando d’anticipo ha incasellato il primo risultato favorevole.
La partita è ancora lunga ma il risultato sarà inevitabilmente condizionato dal contributo di tutti.
Particolare attenzione  dovrà essere posta negli investimenti e nella gestione dei risparmi.
   
Gli analisti interpellati concordano nell’affermare  se nel breve periodo non mancano elementi di incertezza, lo scenario economico di medio termine continua ad essere favorevole alle attività di rischio, in particolare le azioni, alla luce di profitti in crescita e valutazioni in linea con le medie storiche.

Le obbligazioni governative continuano a risultare poco attraenti, con l’eccezione dei titoli di Stato italiani, che presentano il miglior rapporto rischio/rendimento tra i Paesi periferici.

Tra le obbligazioni a spread appaiono ancora interessanti le emissioni ad alto rendimento, mentre il giudizio appare neutrale per gli altri titoli “corporate” e le emissioni dei mercati emergenti.



Piergiorgio Corbia entra  nel Consiglio nazionale della Fnsi



Piergiorgio Corbia, vice presidente vicario del Gruppo Giornalisti Uffici Stampa e presidente del Gus Lombardia, è stato designato dalla Giunta esecutiva del Gus nazionale quale rappresentante del Gruppo in seno al Consiglio nazionale della Federazione nazionale della stampa italiana, ai sensi dell’articolo 16 dello statuto federale. Piergiorgio Corbia vanta un lungo ed autorevole curriculum professionale nel settore degli uffici stampa e ha contribuito con la sua esperienza e spirito d’iniziativa a dare al gruppo di specializzazione la dovuta visibilità e a farne conoscere gli apporti affinché le istituzioni possano sempre essere considerate una casa di vetro.



Lunedì 20 Giugno 2011 14:00 La Redazione News -FNSI

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